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Originaltext

La pianura dei sette fratelli Liedtext

E terra e acqua e vento,
non c’era tempo per la paura.
Nati sotto la stella,
quella più bella della pianura.
Avevano una falce
e mani grandi da contadini,
e, prima di dormire,
un Padre Nostro, come da bambini.
 
Sette figlioli sette,
di pane e miele, a chi li do?2
Sette, come le note,
una canzone gli canterò.
 
E pioggia e neve e gelo,
e fola e fuoco, insieme al vino;
e vanno via i pensieri
insieme al fumo, su per il camino.
Avevano un granaio
e il passo a tempo di chi sa ballare,
di chi per la vita
prende il suo amore e lo sa portare.
 
Sette fratelli sette,
di pane e miele, a chi li do?
Non li darò alla guerra,
all’uomo nero non li darò.3
 
Nuvola, lampo e tuono,
non c’è perdono per quella notte
che gli squadristi vennero
e via li portarono, coi calci e le botte.
Avevano un saluto,
e, degli abbracci, quello più forte.
Avevano lo sguardo,
quello di chi va incontro alla sorte.
 
Sette figlioli sette,
sette fratelli, a chi li do?
Ci disse la pianura:
«Questi miei figli mai li scorderò.»
Sette uomini sette,
sette ferite e sette solchi.
Ci disse la pianura:
«I figli di Alcide non sono mai morti.»
 
E in quella pianura,
da Valle Re ai Campi Rossi,4
noi ci passammo un giorno
e, in mezzo alla nebbia,
ci scoprimmo commossi.
 
  • 1. I fratelli Cervi sono sette fratelli (figli di Alcide Cervi) che presero parte attiva nella Resistenza; per questo furono tutti presi dai fascisti e giustiziati nel 1943.
  • 2. Riferimento a una popolare filastrocca:
    Ninna nanna, ninna oh,
    questo bimbo a chi lo do?
    Lo darò all’Uomo Nero,
    che lo tiene un anno intero.
    […]
  • 3. Riferimento alle Camicie Nere fasciste.
  • 4. I fratelli Cervi vissero a Reggio Emilia, prima nella tenuta ‟Valle Re”, poi in quella ‟Campi Rossi”.

 

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