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Italian National Anthem - Il canto degli italiani [Fratelli d’Italia] [Inno di Mameli] → Übersetzung auf Slowenisch
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Italian National Anthem - Il canto degli italiani [Fratelli d’Italia] [Inno di Mameli]
- 1. Il futuro inno nazionale italiano venne scritto da Goffredo Mameli, nel settembre 1847, durante il Risorgimento italiano. Fu musicato nel novembre 1847 da Michele Novaro.
Mameli era uno studente e patriota, repubblicano, giacobino; compose l’inno durante dei moti a Genova, ispirandosi a La Marsigliese, canto della rivoluzione francese e poi inno nazionale francese.
Mameli morì nel 1849 durante l’assedio di Roma da parte dei francesi, che riconsegnarono la città al papa dopo l’insurrezione dei rivoluzionari italiani.
Il Canto degli Italiani è oggi molto più noto come Inno di Mameli o Fratelli d’Italia.
Tale canto fu proibito nel regno di Sardegna (che avrebbe poi inglobato il resto d’Italia con la seconda guerra d’indipendenza, nel 1860), per la sua ispirazione repubblicana. Fu usato durante le insurrezioni delle Cinque Giornate di Milano nel 1848 e durante tutto il Risorgimento, per poi essere accantonato in particolare dal fascismo, che preferiva inni esplicitamente a favore del regime.
Fu adottato come inno nazionale provvisorio il 12 ottobre 1946 perché ancora non c’era un inno ufficiale per la cerimonia del giuramento delle forze armate. Solo nel 2017 è stato proclamato inno ufficiale.
Vedi anche su wikipedia. - 2. Questa versione è quella “ufficiale”, nel senso che è quella oggi utilizzata nelle occasioni ufficiali, anche se l’ultima strofa è eseguita rarissimamente; quindi, di solito viene raddoppiata la prima strofa, per averne comunque sei totali.
- 3. In alternativa “noi siamo da secoli” o “noi fummo per secoli”.
- 4. O “ha il cuore e la mano”.
- 5. O “il suono di squilla”.
- 6. Questa versione è quella utilizzata nella grande maggioranza delle occasioni, soprattutto gli eventi sportivi. Vengono cantati solo la prima strofa (eseguita due volte su melodie differenti) e il ritornello, chiuso da un reboante “Sì!”.
- 7. Questa è la versione scritta da Mameli nel 1847. La quinta strofa (quella sull’Austria) venne aggiunta da Mameli dopo il debutto dell’inno nel dicembre 1847.
La strofa finale (quella sulle donne) fu eliminata da Mameli prima del debutto.
La sesta strofa dell’inno ufficiale (“Evviva l’Italia”) fu aggiunta dopo il 1859, preannunciando l’unità d’Italia. - 8. Ovvero “l’Italia si è (ri)svegliata”.
- 9. Scipione l’Africano fu un generale romano che sconfisse il generale cartaginese Annibale, e in questo modo salvò l’impero romano dalla più grande minaccia che abbia visto prima della sua caduta con le invasioni barbariche. L’Italia è l’erede più diretto dell’impero romano, quindi ci si rifà direttamente alla sua grandezza e alle sue vittorie.
L’elmo di Scipio (Scipione) è un simbolo di vittoria. - 10. In linea con le idee di Giuseppe Mazzini, che univa indissolubilmente patria, popolo e religione, il canto afferma che sia Dio stesso a sostenere l’Italia nella sua lotta.
Afferma anche che la Vittoria (la dea romana della vittoria, dai lunghi capelli) debba porgere la sua chioma all’Italia, e che la Vittoria sia schiava dell’Italia.
Tagliare i capelli di uno schiavo o un prigioniero era un segno di supremazia. L’Italia sta tagliando i capelli della Vittoria stessa, quindi l’Italia conquista la vittoria ed ha successo nella sua rivolta.
Tutto questo non c’entra nulla con quanto sostengono alcuni separatisti moderni, ovvero che sia l’Italia a essere “schiava di Roma”, ovvero che il popolo sia asservito alla mala politica della capitale. - 11. Una coorte era un’unità dell’esercito romano. Quindi il canto incita a lottare uniti, ancora una volta rifacendosi al glorioso passato latino dell’Italia.
Non c’entra invece nulla quello che molti italiani cantano, ovvero “stringiamoci a corte” (stringiamoci alla corte del re), cosa che avrebbe fatto inorridire molti patrioti dell’epoca, che lottavano per la Repubblica, e non certo per sostituire un dominatore straniero con un altro sovrano. Nonostante ciò, l’Italia unita nacque proprio come monarchia, sotto la famiglia dei Savoia. - 12. L’Italia non era più stata politicamente unita dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, intorno al 476 d.C.
Il canto incita gli italiani a lottare contro i vari dominatori stranieri succedutisi nei secoli: vandali, goti, ostrogoti, longobardi, carolingi, bizantini, arabi, normanni, angioini, aragonesi, asburgo, borboni, il papa, ….
Nel 1848, durante la prima guerra d’Indipendenza italiana (l’unità d’Italia è invece del 1861), l’Italia è ancora divisa in 7 stati indipendenti.
L’inno incita inoltre a dare impulso a quel sentimento di unità nazionale che agli italiani è sempre un po’ mancato (e ancora oggi manca), cosa che ha facilitato le dominazioni straniere e che ha prodotto decine di signorie, ducati, comuni e repubbliche “italiane”, ma sempre limitate geograficamente e mai unite. - 13. speme = speranza (dalla dea romana della speranza, Spes).
- 14. “Per Dio” è di solito un’esclamazione come “dannazione!”, “accidenti!”, “che diamine!”. Qui significa invece “per mezzo di Dio”, “per volere di Dio”. Questa strofa si rifà in pieno all’ideologia Mazziniana di Dio e popolo.
- 15. Il verso unisce tutta l’Italia, dal Nord (Alpi) al Sud (Sicilia), citando un verso dell’ode Il cinque maggio, scritta da Alessandro Manzoni in onore di Napoleone: “Dall’Alpi alle Piramidi, / dal Manzanarre al Reno”.
Napoleone era stato una grande speranza (e poi una delusione) per i patrioti italiani, che speravano di riuscire a ottenere l’indipendenza e l’unità grazie al suo supporto, replicando anche in Italia la rivoluzione francese.
Legnano è una città della Lombardia; nella battaglia di Legnano del 1176, una Lega di città italiane sconfisse l’imperatore del Sacro Romano Impero, Federico I Barbarossa.
Questo è quindi un simbolo della lotta del popolo italiano contro gli invasori stranieri. - 16. Francesco Ferrucci (o Ferruccio) era un condottiero per la repubblica di Firenze, che combatté contro l’imperatore austriaco Carlo V d’Asburgo nel 1530, quando fu ucciso mentre cercava di rompere l’assedio austriaco.
- 17. Nel 1746, Genova era occupata dagli Austriaci. Giovan Battista Perasso, detto “Balilla”, era un ragazzo che lanciò una pietra contro l’esercito austriaco in marcia, gesto che diede inizio alla rivolta.
Il termine balilla fu poi cooptato dal fascismo per riferirsi ai giovani educati dal regime. - 18. Il Vespro è la preghiera della sera.
Nel 1282, la Sicilia si ribellò contro i Francesi. La ribellione fu chiamata Vespri siciliani perché ebbe inizio durante i vespri del Lunedì dell’Angelo (il giorno dopo Pasqua), a Palermo. - 19. I combattenti italiani combattono per la patria, quindi sono destinati a sconfiggere i mercenari (le spade vendute) che combattono per i dominatori dell’Italia. Gli Italiani sono deboli come giunchi, ma l’amore per la loro patria è forte.
- 20. L’aquila bicipite (a due teste) è il simbolo dell’Austria. L’impero austriaco era in declino durante il Risorgimento (la metà del XIX secolo), ma occupava ancora parte del nord Italia, il regno lombardo-veneto, ed era particolarmente detestato dai patrioti italiani.
- 21. I cosacchi sono una popolazione slava (in parte russa e in parte ucraina) da cui venivano molti ottimi soldati.
Nel XVIII secolo, la Polonia venne spartita tra Austria, Prussia e Russia.
Sia il sangue polacco sia quello italiano sono stati versati, sia la Polonia sia l’Italia combattono per la loro libertà; questo crea un forte sentimento di fratellanza tra patrioti italiani e polacchi, che combattono lo stesso tipo di battaglia contro gli stessi nemici, tanto che l’Italia viene citata nell’inno nazionale polacco.
Il sangue degli oppressi diventa come un veleno che è destinato a bruciare il cuore degli oppressori.
- Fratelli d’Italia,:
The Italians belong to a single people and are therefore "brothers".
- l’Italia s’è desta,:
"Italy has woken up"; that is, it is ready to fight.
- dell’elmo di Scipio:
Scipio Africanus, winner of Battle of Zama, is brought up as an example for the ability of the Roman Republic to recover from the defeat and fight valiantly and victoriously against the enemy.
- s’è cinta la testa.:
Scipione's helmet, which Italy has now worn, is a symbol of the impending struggle against the Austrian Empire oppressor.
- Dov’è la Vittoria?:
The goddess Victoria. For a long time, the goddess Victoria was closely linked to ancient Rome, but now she is ready to dedicate herself to the new Italy for the series of wars that are necessary to drive the foreigner out of the national soil and unify the country.
- Le porga la chioma,:
"Le porga la chioma" can also be more literally translated as "Let her tender her hair to Rome" or "Tender her hair". Here, the poet refers to the use, in ancient Rome, of cutting hair to slaves to distinguish them from free women, who instead wore long hair, so Victoria must turn her hair to Italy to be cut off and become "slave" of it.
- ché schiava di Roma:
The sense here is that ancient Rome made, with its conquests, the goddess Victoria "its slave".
- Iddio la creò.:
Ancient Rome was great by God's design.
- Stringiamci a coorte,:
The phrase "cohort" can also be translated more literally as "Let us tighten in a cohort". The cohort (in Latin "cohors", "cohortis") was a combat unit of the Roman army, a tenth of a Roman legion. This very strong military reference, reinforced by the appeal to the glory and military power of ancient Rome, once again calls all men to arms against the oppressor.
- l’Italia chiamò.:
This alludes to the call to arms of the Italian people with the aim of driving out the foreign ruler from national soil and unifying Italy, still divided into pre-unification states.
- perché siam divisi.:
Mameli underlines the fact that Italy, understood as the Italian region, was not united. At the time (1847), in fact, it was still divided into nine states. For this reason, Italy had for centuries been often treated as a land of conquest.
- già l’ora suonò.:
The hope that Italy, still divided in the pre-unification states, will finally gather under a single flag, merging into one country.
- dovunque è Legnano.:
In the Battle of Legnano of 29 May 1176, the Lombard League defeated Frederick Barbarossa; here, the event rises to symbolize the fight against foreign oppression. Legnano, thanks to the historic battle, is the only city, besides Rome, to be mentioned in the Italian national anthem.
- Ogn’uom di Ferruccio:
Francesco Ferruccio, symbol of the siege of Florence (2 August 1530), with which the troops of Charles V, Holy Roman Emperor, wanted to bring down the Republic of Florence to restore the Medici lordship. In this circumstance, the dying Ferruccio was cowardly finished with a stab by Fabrizio Maramaldo, a captain of fortune in the service of Carlo V. "Vile, you kill a dead man", were the famous words of infamy that the hero addressed to his killer.
- si chiaman Balilla.:
Nickname of Giovan Battista Perasso, who on 5 December 1746 began, with the throwing of a stone to an officer, the Genoese revolt that ended with the chase of the Archduchy of Austria, who had occupied the city for several months.
- i Vespri suonò.:
The Sicilian Vespers, the Easter Monday uprising of 1282 against the French, extended to all of Sicily after having begun in Palermo, unleashed by the sound of all the bells of the city.
- Son giunchi che piegano
le spade vendute::
Mercenaries, whose use is anachronistically attributed to the Austrian Empire, are not valiant like the patriotic heroes but weak like rushes.
- già l’aquila d’Austria
le penne ha perdute.:
The Austrian Empire is in decline.
- il sangue Polacco,:
Poland, too, had been invaded by Austrian Empire, which had been dismembered with the help of the Russian Empire and the Kingdom of Prussia. The fate of Poland is singularly linked to that of Italy. Also, Poland's anthem "Poland Is Not Yet Lost" was written in Italy and originally titled "Song of the Polish Legions in Italy".
- bevé, col Cosacco,:
With the Russian Empire.
- ma il cor le bruciò.:
A wish and an omen: the blood of oppressed peoples, who will rise up against the Austrian Empire, will mark the end.
- Scipio:
Publio Cornelio Scipione il quale liberò la penisola italiana dall'esercito cartaginese, sconfiggendo il generale Annibale nella battaglia di Zama (il 18 ottobre 202 a.C.)
Pesem Italijanov
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