Russia is waging a disgraceful war on Ukraine.     Σταθείτε με την Ουκρανία!
  • Giorgio Gaber

    La macchina • Dialogo tra un impegnato e un non so

Μερίδιο
Μέγεθος γραμματοσειράς
Πρωτότυποι στίχοι

στίχοι La macchina

Una macchina, una macchina nuova, di serie, pulita.
Motore a posto, fatto l’ultimo tagliando, tutto funzionante.
Lucida, verniciata, curata nelle sue rifiniture.
Il cambio a cloche piccolo, finito allo snodo con un soffietto in finta pelle lucida trapuntata.
Il posto per gli spiccioli: un rettangolo modernissimo, nero, zigrinato.
Portaceneri a sportelli di plastica, neri opachi, perfettamente funzionanti.
Una mano, una mano di uomo bianca, poco pelosa, si muove piano: apre un deflettore; il vetro scivola, stride leggermente, un rumore sottile, acuto.
Poi silenzio; una testa si avvicina, si appoggia al vetro, una goccia cade adagio dalla fronte ferma, immobile.
L’uomo è fermo, immobile; anche la macchina è ferma, immobile.
Un’autostrada, un’autostrada di macchine ferme, molte, moltissime macchine ferme. Una fila di macchine ferme.
È successo qualcosa, è successo qualcosa, rumore di clacson, sirene a luce intermittente.
Sì, qualcosa al chilometro centosette, un camion.
Ancora silenzio.
La fila è ferma, qualcuno scende; silenzio, un silenzio assurdo.
Si sente parlare in inglese, lontano, a bassa voce, come in un sogno.
Ancora sirena lamentosa, ovattata, lontana.
Si risale, la fila procede adagio, qualche sorpasso timido, emozionante.
Centoventi, centocinquanta, centonovanta, lampeggiatore sorpasso, lampeggiatore sorpasso clacson.
La prima galleria, luci di posizione, lampeggiatore sorpasso.
La seconda galleria, il paesaggio si muove, non è più orizzontale; macchie verdi in alto, in basso, si distende a scalette, saltellante, gradevole.
Galleria, buio, luce. Galleria, buio, luce. Galleria, buio, luce.
Apertura, ci siamo.
Il mare, il mare, il mare.
 

 

Μεταφράσεις του τραγουδιού ''La macchina''
Giorgio Gaber: Κορυφαία 3
Σχόλια