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Nella Nebbia

Camminando nella nebbia,
Sola nel profondo silenzio,
Non riesco a vedere alcun riferimento
Tutte le case sono scomparse
Grido ma nessuno risponde.
 
Tra gli spazi vuoti,
Nella notte coperta di nebbia
Percepisco ombre,
Sembra come se qualcosa lì si muovesse,
Grido ma nessuno risponde.
 
Amico, amico riesci a vedermi?
Camminando qui nella nebbia
Hai vagato tanto quanto me
In un silenzio profondo quanto la morte?
 
Hai visto i lampioni
Brillare nel villaggio?
Hai visto cosa hanno fatto lì?
Ti ricordi qual era lo stato delle cose?
Qualcuno mi stava cercando?
 
Amico, amico riesci a vedermi?
Camminando qui nella nebbia
Hai vagato tanto quanto me
In un silenzio profondo quanto la morte?
 
Hai come me
Camminato nella nebbia
Allontanandoti dal sentiero battuto,
Vicino al crinale della montagna?
Conosci questa solitudine?
 
Amico, amico mi capisci?
Conosci qualche sentiero segreto?
Hai vagato tanto quanto me
in un' incertezza senza fine?
 
Amico, amico mi capisci?
Conosci qualche sentiero segreto?
Hai vagato tanto quanto me
nella nebbia senza fine?
 
Originele teksten

Í tokuni [Into the Mist]

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Gegeven reacties
IceyIcey
   Ma, 15/07/2019 - 11:03

Allora, esordisco dicendo che sono rimasta molto positivamente colpita da questa traduzione, che oltre ad essere accurata, impiega sia un vocabolario che un linguaggio molto curati e l'ho apprezzato molto. Vorrei solo fare qualche appunto, su cui magari mi piacerebbe anche discutere, perché questi sono solo suggerimenti grezzi che possono essere limati in qualcosa di un po' più raffinato.

í djúpu kvirruni: per quanto l'immagine del silenzio mi piaccia molto, secondo me farebbe un effetto migliore parlare di "quiete", che oltre al silenzio, include l'inquietudine dell'immobilità.
Inn ímillum gloppini: per quanto capisca cosa tu voglia trasmettere dicendo "Tra gli spazi vuoti", io andrei con un semplice "Nello spazio", a cui si può magari aggiungere un "aperto", che non si allontana dal testo originale, ma trasmette al contemo l'idea di vuoto.
Hómi eg: parlando di ombre nella nebbia, che ne dici di "intravedo" (o qualche verbo simile, vedi tu) al posto di "percepisco"?
Vinur, vinur sært tú meg / Gangi her í tokuni: qui secondo me il testo originale è trascritto male e il punto interrogativo andrebbe alla fine, quindi non "Amico, amico riesci a vedermi? / Camminando qui nella nebbia", ma "Amico, amico riesci a vedermi / Camminare qui nella nebbia?"
Hevur tú reikað líka sum eg: "Hai vagato, come me" al posto di "Hai vagato tanto quanto me"?
Hevur tú eins og eg: ok, quando il verso viene tagliato così, è obbiettivamente difficile esprimerlo in italiano, ma mettere il verbo a inizio frase mi fa proprio strano...che ne dici di "Come me, hai" invece di "Hai come me"? Mi sembra un filo più naturale, per quanto innaturale sembri de facto la frase.
hvussu støðan var: "stato delle cose" mi suona un po' artificioso, andrei con qualcosa di più semplice e diretto, come "ti ricordi quale fosse la situazione?"
Ytst á fjallatromini: per trasmettere il senso di distanza espresso da "ytst", io la metterei più come "Lontano, sul crinale della montagna"
Í endaleysu óvissuni / Í endaleysu tokuni: allora, dato che questi due versi sono speculari, a parer mio andrebbero tenuti entrambi o determinati o indeterminati. Quindi o "in un'incertezza senza fine / in una nebbia senza fine" o "nell'incertezza senza fine / nella nebbia senza fine". Personalmente, io li preferisco indeterminati, anche se nel testo è il contrario, ma vedi un po' tu. Inoltre sostituirei quei "senza fine" con qualcos'altro, come "sconfinato". Si accettano suggerimenti, ovviamente.