• Tazenda

    Mamojada → traduzione in Italiano→ Italiano

Preferiti
Condividere
Font Size
Traduzione
Swap languages

Mamoiada

Con quest'agitazione
Mal celata
Nel mio viso
Cammino per strada
Ma dentro di noi
Rimane annidata
Così, ogni giorno,
Dal mattino al crepuscolo
 
Voi, voi e l'inimicizia
Noi, nuvole nel giorno maledetto
 
Continuano a
Farsi la guerra
Ed il mio cuore
Piange per qualcuno
 
Voi, voi e l'inimicizia
Noi, nuvole nel giorno maledetto
Ma tu sei madre,
Figlia, leggiadra
 
Mamoiada1, per quanti anni ancora ti maltratteranno?
Mamoiada, quale gloria c'è nella vendetta?
Se all'alba
Il sangue, i mutos2 dei lutti
Ti svegliano
Mamoiada
Sei tu, immacolata
 
Chi è
Il colpevole?
Lo sanno
Persino le pecore,
Lascia che riposino in pace,
Lascia che entri un brandello di luce
 
Voi, voi e l'inimicizia
Noi, nuvole nel giorno maledetto
Ma tu sei bella,
Amica e sposa
 
Mamoiada, per quanti anni ancora ti maltratteranno?
Mamoiada, quale gloria c'è nella vendetta?
Se all'alba
Il sangue, i mutos dei lutti
Ti svegliano
Mamoiada
Sei tu, immacolata
 
Se all'alba
Il sangue, i muttu dei lutti
Ti svegliano
Mamoiada
Sei tu, immacolata
 
Mamoiada, per quanti anni ancora ti maltratteranno?
Mamoiada, quale gloria c'è nella vendetta?
 
Mamoiada, per quanti anni ancora ti maltratteranno?
Mamoiada, quale gloria c'è nella vendetta?
 
Testi originali

Mamojada

Clicca per vedere il testo originale (Sardo (settentrionale))

Raccolte con "Mamojada"
Tazenda: 3 più popolari
Commenti
HampsicoraHampsicora
   Gio, 09/11/2017 - 22:48

Ti lascio solo pochi commenti:
C’è un errore di trascrizione nel testo originale: L’ischen fintzas sas berbeches (lo sanno persino le pecore)
“muttos” lo lascerei invariato (al plurale) perché non è parola italiana
“Ti che ischidant” significa “ti svegliano”. E’ una forma contratta di “ti inche ischidan” (letteralmente: “te ne svegliano” – sottinteso: dal sonno)
Est annidada: in questo caso dovresti tradurre al maschile: annidato (il giorno) perché “sa die” è femminile in sardo.

AnerneqAnerneq
   Ven, 10/11/2017 - 10:33

Ciao.
Immaginavo ci fossero errori nel testo, ho cercato di comparare diverse fonti, ma erano tutte uguali, eppure alcune cose non mi tornavano... correggo immediatamente.

Sicuro "muttos" vada bene? Il mio pensiero è che, essendo plurale, si dovesse singolarizzare: normalmente, in italiano, le parole straniere rimangono invariate e prendono come forma base quella che, nella lingua originale, è la forma singolare. Un'eccezione è "sauna" che, finendo in -a, prende il plurale in -e, seguendo le regole dell'italiano, ma singolari in -u non esistono (a meno che la U non sia accentata), per questo ho conservato la forma singolare usandola col significato plurale in italiano. Dici sia meglio trascriverlo esattamente come nel testo?

Non capisco il cambio di genere di "annidata": non dovrebbe riferirsi a "frea"? Rileggendo il testo a me sembra che si voglia dire che la paura rimane annidata ogni giorno, o mi sbaglio io?

HampsicoraHampsicora
   Ven, 10/11/2017 - 21:55

E’ la solita storia: quando qualcuno inserisce su un sito web un testo con degli errori, poi quel testo viene copiato/incollato acriticamente su altri siti da persone che non sono in grado di capire se ci sono errori o meno, e spesso neanche di capire il significato del testo.

Hai ragione, scusami, non avevo capito la parte iniziale, è una frase complessa. Va benissimo il femminile se si riferisce a sa frea.
Piuttosto questa parola significa agitazione più che paura, o anche smania, spasimo, cioè gli effetti fisici della paura più che il sentimento della paura in se stesso. Etimologicamente ha qualcosa in comune con la febbre e con l’aggettivo italiano “febbrile”.

Riguardo ai plurali stranieri hai ragione, normalmente non conservano la forma plurale in italiano (lo sport – gli sport, il computer – i computer, l’imam – gli imam, il coyote – i coyote etc.). Oppure possono essere italianizzati (il mugiko – i mugiki, lo sceriffo – gli sceriffi etc.)
Quando però provengono da altre lingue neolatine a volte mantengono la forma plurale originale: le tortillas, i fuseaux, i meninos de rua, etc.
Qualcosa del genere avviene anche per il sardo. Alcune parole sono così comuni che sono state italianizzate: il nuraghe – i nuraghi, il barracello – i barracelli.
Altre conservano la forma originale anche in italiano: i mamuthones, le tracas, i malloreddus, le domus de janas... Non le ho mai sentite usare in italiano al plurale con la forma singolare (i mamuthone, le traca, i malloreddu etc.) e neanche con una forma plurale italianizzata (i mammuttoni, le tracche etc.)

Quindi nel caso dei mutos mi sembra che si dovrebbe conservare la forma sarda del plurale, perché un plurale italianizzato (i mutti di lutto) sarebbe incomprensibile.
Ma penso che ancora meglio sarebbe tradurlo direttamente in italiano: “i canti funebri”

Qualche altra annotazione che mi era sfuggita:

“manzanu” si scrive senza la “d”
“inghelada” è il momento in cui il cielo si oscura e l’aria si fa fredda. L’equivalente italiano potrebbe essere “crepuscolo”.
“Arreare” è un verbo che significa restare, fermarsi, trattenersi, aspettare. Tieni conto che però in logudorese la prima persona singolare dei verbi termina in –o (come in latino e in italiano): arreo.
Quindi l’espressione “arreu-arreu” non può essere un verbo: significa continuamente, ripetutamente, cioè ritornando a fermarsi sempre sullo stesso punto. In questo caso significa che stanno tornando sempre a combattersi daccapo.

alen' dovrebbe essere scritto ‘alen (‘alen in pache). E’ una contrazione del verbo logudorese “galare” che significa addormentarsi, abbandonarsi al riposo.
Tieni conto anche che il logudorese, al contrario del campidanese, non conserva la “t” finale della terza persona plurale, quindi tutti i verbi che terminano in –nt sarebbero più corretti con la finale in –n.
La ragione è che in questo caso il campidanese è rimasto più fedele alla forma latina e il logudorese è stato più influenzato dallo spagnolo.

bicculu > bìculu = un pezzetto, un frammento. Ad es.: unu bìculu ‘e pane (un tozzo di pane). Qui si potrebbe dire “un brandello di luce”.

Attenzione, la 7° strofa (Ma tue ses mama, fiza, galana) non è uguale alla 4° (Tue ses ermosa, amiga e isposa).

“itte gloria” non si può leggere. Per favore elimina la doppia “t”.
L’etimologia di questa parola è interessante. Ite/ita e proite/poita sono le forme attuali. Nel medioevo esisteva la forma “proghiteu”, a sua volta derivata dell’espressione latina “Pro quid Deus?” che significava “Perché mai, in nome di Dio?”.
In questo modo si sono formate due diverse parole per dire “perché?” (interrogativo) e “perché…” (affermativo), come in inglese (why? – because…) e in francese (pourquoi? – car…): “proite/poita?” e “ca” (dal lat. quia), a volte anche nella forma “poita ca” (sempre con valore affermativo, come in francese “parce que”).

AnerneqAnerneq
   Ven, 10/11/2017 - 22:28

Hai ragione, ha più senso mettere "mutos" al plurale. Non ho voluto mettere "canto" per sottolineare che è una cosa tipica, però ho pensato di metterlo in corsivo.

"Inghelada" avevo intuito fosse il momento in cui scende il freddo, per quello l'ho tradotto come "sera". Il problema è che se lo si traduce con "crepuscolo", allora è meglio cambiare "mattino" in "alba", no? Sarebbe come dire "maschio e donna" quando sarebbe più naturale "uomo e donna" o "maschio e femmina".

Se la desinenza in -nt si riduce in -n in logudorese, mi spiego perché nel testo originale c'era scritto "ischidana". Io l'ho corretto con "ischidant", dato che su tre volte che il verbo appariva nel testo, solo una era scritto "ischidana", mentre le altre due appariva con la finale in -nt.

Più che altro avevo una curiosità: che significa " 'alu "? Ho pensato fosse la contrazione di "malu" (non sono neanche sicuro esista in questa forma), ma "malu maltrattada" mi sembrava uno scontro semantico. Il significato del verso si capisce lo stesso, ma mi sembrava strana quella piccola parolina lì.

HampsicoraHampsicora
   Ven, 10/11/2017 - 23:45

No, mattino va bene così. Ci sono altre parole logudoresi per indicare l’alba o le varie fasi del sorgere e del tramontare del sole, ma manzanu vuol dire proprio mattina, dall’alba fino all’ora di pranzo.

Quello di aggiungere una vocale finale è un altro errore frequente. E’ vero che spesso si aggiunge una vocale di appoggio nella lingua parlata, ma non ha nessun senso dal punto di vista grammaticale. Ogni lingua ha le sue regole, non si possono trascrivere esattamente tutti i singoli suoni (che possono anche variare da un diletto all’altro) se no non ci si capisce più l’uno con l’altro. Pensa se qualcuno volesse trascrivere l’inglese esattamente come si pronuncia… e magari con la pronuncia americana anziché con quella britannica, o irlandese, o australiana…

" 'alu " è una contrazione di “galu” che significa “ancora”. Questa contrazione è abbastanza frequente in logudorese, mentre in nuorese si pronuncia sempre chiaramente “galu”.
Probabilmente è un residuo prelatino. Invece in campidanese si dice “ancora” che sembrerebbe copiato dall’italiano e invece deriva dal catalano “encara”, poi rimodulato sulla pronuncia italiana.